Elena Di Cioccio ha l’Hiv: l’attrice, speaker radiofonica e figlia di Franz Di Cioccio è sieropositiva da ventuno anni.
Elena Di Cioccio è sieropositiva. L’attrice e speaker radiofonica ha deciso di aprire il suo cuore e confessare il suo più grande segreto: ha l’Hiv, e non da oggi, ma da ventuno anni. Un macigno che ha deciso di portarsi dietro a lungo, prima di liberarsene. Dopo oltre due decenni, a 48 anni, con tutta la vita ancora davanti, ha deciso di raccontare tutto a Le Iene, programma di cui è stata per anni inviata, e soprattutto in un libro, Cattivo sangue, in uscita il prossimo 4 aprile.
Elena Di Cioccio e l’Hiv
Non è stato semplice per la speaker convivere per tanti anni con una malattia che si porta dietro uno stigma ancora importante, eredità degli anni Ottanta. Quello stesso stigma che per anni l’ha portata a nascondere la malattia, nasconderla a tutti, anche ai suoi familiari e parenti più stretti.
E d’altronde poterne parlare era complicato, come confessato dalla stessa attrice figlia d’arte in un’intervista al Corriere della Sera: “Quindici anni fa mi taglio la mano in una classe di teatro, esce del sangue. Si avvicinano per aiutarmi e io urlo: ‘No, non mi toccate’. Cavolo che brutto carattere. Oggi processare questa gigantesca marea di emozioni è possibile grazie a quello che la medicina ci dice, e cioè che siamo pazienti cronicizzati e in nessun modo io posso contagiare qualcuno. Per me è un sospiro di sollievo“.
Dipendenza e suicidi: i drammi di Elena
Tra le pagine del suo libro Elena tocca però molti altri argomenti che hanno segnato la sua vita, come le dipendenze dalle droghe, da cui è riuscita a uscire con grande impegno, ma anche il rapporto con la madre Anita Ferrari e con il padre Franz Di Cioccio, leader della PFM.
La donna, dopo vari tentativi, riuscì a suicidarsi quando lei era ancora giovane. Ma Elena non vuole giudicarla: “Processare il dolore non è uno sport per tutti e mia mamma aveva stratificato una quantità di dispiaceri davvero grande, non processandoli, appunto“. Uno dei tanti lutti che hanno contrassegnato la sua vita, come quello del fratello, morto soffocato a tre anni, o quello del padre Franz, che non è morto, ma che nella sua vita non esiste più: “Con papà al momento non abbiamo rapporti, ognuno è andato per la sua strada… e se penso a tutti quelli che mi chiamano per avere il suo numero o dei biglietti… ma che sempre un domani“.